Una ricerca australiana mostra che gli utenti che stanno più su internet alla ricerca di sesso virtuale e pornografia sono esposti a livelli allarmanti di ansia e stress.
Lo studio dice che le persone dedite al ‘sesso cibernetico’ sono in massima parte maschi, di alto livello educativo, e di ogni eta’ tra i 18 e gli 80 anni, e trascorrono una media di poco piu’ di 12 ore a settimana, per lo piu’ facendo chatting, partecipando a sesso a distanza mediante webcam, scaricando video e immagini, o mandando email erotiche.
Il porno su internet aumenta a dismisura
Il porno su internet aumenta a livelli allarmanti. Anche se cambia faccia. Sempre meno accessi a portali e marchi noti come quelli dei siti delle pornostar o di Playboy e aumento dei social network e dei siti di Cam.
Sono sempre di più le ragazze che per pagarsi gli studi mostrano il loro corpo “a minuti” su webcam e webtv. Anche la funzione del social network ha dato un colpo importante all’industria del porno classica che è messa in crisi da un approccio sempre più subliminale e porta a porta della pornografia.
Sempre più pubblicità, anche sui media classici, inducono al porno, per non parlare della tv generalista. Così tanto che si inizia a parlare non più soltanto di viral marketing ma anche di pornomarketing…
E se i dati della ricerca australiana sono confermati saranno sempre di più le persone in cura da psicoterapeuti e psicologi?
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