Si apprende da Repubblica http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/scienza_e_tecnologia/testo-editoria/testo-editoria/testo-editoria.html che il Governo italiano ha mandato al Parlamento la proposta di legge per regolamentare tutta l’editoria ed anche il mondo di internet. Leggi Blog e piccoli siti. All’art. 6 in particolare chiunque faccia attività editoriale sarà costretto a iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall’autorità delle comunicazioni. L’iscrizione al ROC aumenta di fatto le responsabilità penali di chi ha un sito quindi anche Internet, i Blog e via dicendo entreranno in questa orbita con la necessità di dotarsi di una società editrice e di un giornalista nel ruolo di direttore responsabile. In questo modo moltissimi Blog verrebbero messi a tacere, proprio perchè gestiti amatorialmente o in ogni caso da esperti che non sono iscritti all’albo dei giornalisti. Il V-Day e il Tam Tam di Internet deve aver messo paura alla politica. Un media incontrollabile che crea consenso ed esce dai consueti schemi può creare disequilibri. Ma come affermato ieri allo Smau da Marco Montemagno di Blogosfere (in una conferenza interessantissima su Social Media e modelli di Business) la nuova rivoluzione del Web 2.0 sta nei concetti di:
1) Semplicità “Less is More”
2) Accessibilità
3) Diffusione
4) Condivisione
5) Velocità
La nuova proposta di legge non va nel senso del Web 2.0. E ci domandiamo chi dovrà sottostare a questa nuova eventuale legge. Se il mio Blog fisicamente si trova negli Stati Uniti, questa legge potrà essere vincolante? La Rete è infatti eterea e non esiste un posizionamento se non quello dei server che individuano un certo dominio. Che fine faranno tutti gli aggregatori di notizie italiani? Start Up destinate a chiudere. Rimaniamo in guardia. Qui si gioca il futuro del Web 2.0.
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