La notizia è bizzarra e forse puzza tanto di bufala.
Secondo il Times, Google avrebbe depositato un brevetto per poter ingabbiare i propri data center (server) al fine di metterli sul fondo dell’Oceano.
Questo espediente permetterebbe di ridurre costi e tasse e raggiungere aree del mondo che non è possibile raggiungere tramite infrastrutture di rete sulla terraferma.
Server tra le onde che si alimentano con il moto ondoso
I server di Google ancorati sul fondo dell’Oceano si alimenteranno in modo pulito ed ecologico: tramite il moto ondoso. Tutto vero? Sembra infatti impossibile che il semplice moto ondoso possa dare così tanta potenza da alimentare un data center di Google. Finchè non vedo non credo.
Questo sistema si traduce in un grosso risparmio economico e in un miglioramento dell’ambiente circostante. Si stima infatti che entro il 2020 le emissioni dei computer in rete supereranno quelle degli aerei.
Ma la vera innovazione consisterebbe nel fatto che i server, trovandosi in mare aperto, apparterrebbero a quella zona che non compete ad alcuno stato. In questo modo potrebbero sfuggire sia alla tassazione che al controllo della legislazione sovrana di ogni singola nazione.
I video su Google Video e su YouTube non risponderanno così a nessuna regola? Le regole sulla privacy saranno violate?
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