A scuola ci sono più videofonini che libri. La scuola si è trasformata in un grande set televisivo che manda in onda programmi di tutti i tipi sulle principali piattaforme di condivisione di filmati, in particolare YouTube. Video di tutti i tipi, tanto da riempire un palinsesto: video stile Jackass, videoclip musicali, spettacoli soft porno, candid camera, defilè di moda, baby showgirl, professoresse che si improvvisano calciatori con lattine….Niente insomma di diverso dal trash che vediamo in Televisione. Non c’è da scandalizzarsi se i programmi che vanno in onda su YouTube siano per molti versi simili a quelli che vediamo in televisione a tutte le ore del giorno. In questo caso però YouTube non è difendibile e mostra la sua brutta faccia. Se pensiamo all’utilità di YouTube nel  mostrare gratuitamente le lezioni di Berkeley o nel dibattito per la candidatura alla leadership del Partito Democratico negli Stati Uniti, non possiamo che deplorare questo uso indegno della piattaforma di condivisione video più famosa. Video che mostrano tutta la realtà delle classi, sconosciuta a chi ha frequentato la scuola molto tempo fa. Circolari e direttive serviranno a ben poco contro video  visualizzati 200.000 volte, che la community premia, vede e commenta rendendo famosi i suoi attori. Video  creati per essere visti dai più. Celebrità, trash, arretratezza dei sistemi educativi.  Sarebbe giusto che quei professori inermi, attori inconsapevoli di quei video, conoscessero e facessero conoscere di più Internet ai ragazzi esaltando le loro doti artistiche e avvisandoli dei rischi che si corrono caricando certi filmati. Internet deve entrare nelle scuole dalla porta principale e non dai videofonini.