Una famiglia di Vicenza ha deciso di trascorrere qualche giorno a Firenze.
Forti dell’esperienza precedente avevano deciso di comprare il biglietto su internet per entrare agli Uffizi in modo da evitare la coda ed avere la massima sicurezza di aspettare il meno possibile sotto il sole.
All’ingresso però hanno trovato una brutta sorpresa: si accorgono di aver speso 49,00 euro invece di 32,00 euro per 3 persone (due adulti e una bambina).
La prenotazione è avvenuta su un sito “rivenditore” dei biglietti del museo Uffizi e non sul sito ufficiale.
Il caso è stato riportato dal Corriere.it
Il problema di internet: più stai in cima, più conti (più guadagni).
Ma perchè la famiglia Tessarolo ha speso di più? Il problema è che hanno cercato su Google una combinazione di parole chiave (“prenotazione uffizi”) che ha fatto saltar fuori un sito non ufficiale degli Uffizi, che oltre al prezzo normale ha voluto ricaricare la sua commissione. E da questo si è passati a spendere 49 euro invece di 32 euro. Un modo un po’ strano di lavorare, soprattutto perchè nel turismo l’agenzia intermediaria non carica sopra il prezzo del biglietto ma riceve una commissione (tipo 1 euro) sul biglietto venduto. In questo modo il turista paga sempre la stessa cifra (32 euro) e 2-3 euro spettano al sito internet intermediario.
Il problema in questi casi è proprio l’indicizzazione. Molto spesso non riuscendo a trovare il sito internet ufficiale, l’utente tende a rifugiarsi in siti internet intermediari, meglio indicizzati, che possono sfruttare il loro vantaggio di posizionamento sul motore di ricerca. L’indicizzazione è per questo importante soprattutto per brand che non possono attrarre direttamente l’utente tramite digitazione diretta. E se consideriamo che comunque il traffico per un sito all’80% viene dai motori, si capisce l’importanza di avere una buona indicizzazione.
Come già la decisione di Ryanair di invalidare tutti i biglietti comprati sui siti affiliati, si apre nel panorama del turismo su internet la discussione sulle commissioni dei siti internet non ufficiali. E’ giusto affidare a siti affiliati la responsabilità della vendita di servizi turistici?
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