Potrebbe essere una svolta epocale: Hillary Clinton, per acquistare la fiducia degli under 30 ( più orientati verso Obama), ha dichiarato che vorrebbe una squadra di blogger dentro ogni agenzia governativa degli Stati Uniti. Blogger per controllare e per rendere trasparente tutto il processo legislativo e attuativo della macchina-stato.
Lasciando a parte le esigenze elettorali, la dichiarazione non è da poco: è il riconoscimento della figura del blogger come soggetto professionale in grado di avere una sua parte attiva nello svecchiamento della burocrazia. Un esempio totalmente contrario a quello adottato in Italia dove invece si teme l’apertura dei media e della diffusione dell’informazione attraverso forme non controllabili, come i blog appunto. In Italia solo Beppe Grillo sostiene che i blog possano assumere questa funzione: il controllo del potere.
Gli Stati Uniti sono più avanti dell’Italia (e questo lo sapevamo) anche dal punto di vista del riconoscimento professionale del blogger e dell’equiparazione con i giornalisti: chi ha un blog serio dovrà sottostare agli stessi limiti di eticità che vengono posti a chi fa giornalismo.
E quindi alla fine possiamo dire beati i blogger americani, che possono essere considerati “persone serie” che fanno un’attività di lavoro importante oltre ad avere grossi vantaggi tecnici sull’utilizzo delle potenzialità di internet
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