Una rete buona e una cattiva. Una rete veloce e una lenta. E’ questo il concetto di chi vuole infrangere la neutralità della rete che fino ad oggi aveva permesso a tutti di sviluppare start up su internet. Secondo il Wall Street Journal Google avrebbe proposto ai maggiori provider americani la creazione di una rete preferenziale ad alta velocità per far scorrere meglio bit e pacchetti. Ma non era stato Google a scagliarsi contro il disegno di legge americano al Senato che doveva infrangere la Net Neutrality?
Google OpenEdge: i perchè della fine della net neutrality
Andiamo oltre la demagogia e cerchiamo di dare spegazione a questa eventuale proposta. La rete si sta muovendo sempre più verso un concetto televisivo. Dati sempre più pesanti perchè su internet passa sempre meno testo e tanto video. YouTube entro 5 anni sarà la televisione planetaria, la prima al mondo. E per questo sarà necessario avere un’infrastruttura adeguata. Per vedere YouTube e Co. forse si dovrà pagare questo suprlus per una rete più attrezzata. Dall’altra sono gli stessi provider a fare richieste. Sempre più applicazioni, sempre più video, sempre più banda. E gli ISP vogliono fare il business del tipo: “più infrastruttura. più money”. Per passare a un Web 3.0. I nuovi introiti di ingresso permetteranno anche di risolvere il nodo copyright. Una parte del “pedaggio” sull’autostrada OpenEdge andrà ai diritti d’autore. Tutto chiaro quindi, ma i piccoli content provider, ovvero siti o network? Le due reti dovranno sopravvivere senza danneggiare l’un l’altra. Ben venga YouTube, i video e un’autostrada a supporto, ma la rete, quella base, dovrà sopravvivere senza essere danneggiata da quella maggiore. Basterà che Google garantisca con il motore di ricerca quel sistema meritocratico che è l’algoritmo.
I risultati più attinenti in cima quelli meno attinenti in fondo. YouTube spazzerà via gli attuali network e diverrà la prima tv mondiale. Da una posizione di pseudo monopolio YouTube potrà imporre anche il pagamento di una sorta di canone, un surplus, che dovrà coprire i costi per il copyright e quelli per l’infrastruttura, destinati agli ISP. Ma lo dovrà fare quando sarà in posizione veramente di monopolio altrimenti quel sistema Google “di contenuti gratuiti in cambio di pubblicità indiretta” potrebbe ritorcersi contro. Oggi su Internet si tende a ottenere tutto free: come insegna la Google Philosophy.
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