Su Corriere.it è apparso un articolo a proposito delle possibilità per sfuggire a Google.
Un kit di siti internet per preservare la propria privacy dalla profilazione del “Grande Fratello”:
1) Privoxy (un proxy installabile sul pc); 2) Track me Not (invia ricerche simulate nascondendo quelle reali); 3) Scookies (scambia a caso i cookies degli utenti); 4) Sgroogle (cripta le ricerche).
Ma perchè avercela tanto contro la “Grande G” ?
Se vuoi una privacy completa, smetti di navigare su Internet
Google è accusato con il suo sistema di indicizzazione di violare la privacy degli utenti. Siti come Google Watch, nati per controllare le malefatte del celebre motore di ricerca, accusano la grande G di non avere una politica trasparente sulla privacy e sul copyright. Si accusa Google di avere un cookie permanente con durata 2038 che permette di conoscere tutti gli spostamenti dell’utente. A detta di Google Watch, il motore di ricerca collabora con CIA e FBI ed è da essi stessi sponsorizzato per entrare a conoscenza della vita di tutti i cittadini.
A mio modo di vedere Google fa il motore di ricerca. Punto. Recupera le pagine da indicizzare e in base ad un algoritmo le posiziona in funzione della chiave ricercata. Qualsiasi altro motore di ricerca farebbe la stessa cosa. Yahoo e Live agiscono diversamente ? Ed è per questo che è nato anche Yahoo Watch: dobbiamo quindi abolire i motori? No. I motori di ricerca permettono di veicolare l’informazione in modo ottimale sulla base dell’attinenza delle parole chiave cercate (oltre ad altri parametri, vedi indicizzazione). Chi vuole una privacy completa non navighi su internet.Non è obbligatorio navigare, è possibile accedere alle informazioni anche utilizzando i metodi pre-internet.
Google non è gratuito
Questi amanti della privacy assoluta pensano forse che per creare un motore di ricerca come Google bastino quattro spiccoli. Google non è gratuito. Google fornisce servizi “gratuiti” come email, efficienti ricerche, mappe, archivi, in cambio di pubblicità. Google non chiede un dollaro per i suoi servizi ma fattura qualcosa come 1384 milardi di dollari. Come si spiega? Chi usa Google accetta di fatto un contratto dove le informazioni rilasciate dall’utente vengono utilizzate per determinare il mercato della pubblicità pay per click, ovvero quali settori siano più redditizi per Google. Ed è il mercato della pubblicità a sostenere i lauti guadagni dell’azienda di Mountain View e 16.000 dipendenti sparsi in tutto il mondo.
Meglio il modello del prossimo futuro con un internet a pagamento?
Google è oggi l’emblema dell’accesso libero all’informazione e gratuito. Google sta difendendo anche davanti al Congresso americano la neutralità della rete. Ma l’internet di domani probabilmente verrà caratterizzato da un accesso ai contenuti limitato e a pagamento. Si dividerà la rete in due parti: una rete ufficiale a pagamento e una rete di secondo livello meno importante. In questo modo l’accesso all’informazione non sarà più libero come oggi e forse ci ricorderemo dei “bei tempi” quando c’era solo Google e potevamo fare le nostre ricerche in lungo e in largo in cambio di qualche cookie.
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