Ryanair annullera’ in Spagna i biglietti in partenza dal 26 agosto acquistati su siti internet diversi da quello ufficiale. Lo ha annunciato il direttore vendite di Ryanair, Sinead Finn, in conferenza stampa a Barcellona. Le cancellazioni potrebbero riguardare circa un migliaio di biglietti al giorno.
La compagnia ritiene che questi siti per l’acquisto di biglietti aerei non siano autorizzati a vendere per Ryanair. Finn ha aggiunto che i passeggeri lesi saranno tutti rimborsati
Taglio dei costi e taglio delle commissioni agli affiliati internet?
Per le compagnie aeree non c’è da stare tranquilli. L’attuale shock petrolifero, anche se rientrato al momento con un petrolio intorno ai 110 dollari al barile, influenza fortemente i ricavi soprattutto delle compagnie low cost. In un periodo quindi dove le tradizionali compagnie aeree tendono a coalizzarsi per cercare di ottimizzare i costi, Ryanair aveva deciso di ridurre i biglietti del 5% per attrarre comunque un buon mercato di turisti e viaggiatori. La riduzione del 5% è stata certamente una scelta di marketing che ha spiazzato buona parte degli analisti del settore visto che il rincaro del petrolio da 65 dollari a 112 aveva determinato un abbassamento dei profitti dell’85% e un vistoso tonfo in borsa del titolo.
Ryanair ha quindi comunicato che non avrebbe più accettato biglietti emessi da altri siti che non fossero il suo. Ottimizzazione dei costi e delle commissioni? Probabilmente si, in quanto la commissione che in genere si paga su internet ad un affiliato si aggira intorno al 3-4% per la vendita di un biglietto aereo. Taglio che potrebbe compensare l’abbassamento del 5% dei biglietti.
Un precedente nel turismo dei portali on line
La decisione di rimborsare e di non accettare biglietti acquistati su siti affliati può generare un precedente nel turismo on line. Molti utenti infatti utilizzano portali di aggregazione di offerte turistiche per poter effettuare un maggiore confronto tra le varie opzioni. Ma la scelta di Ryanair di non dare più credito agli affliati può diventare un precedente che altri brand importanti possono portare avanti in futuro in un’ottica di ottimizzazione dei costi spiazzando molti content provider (portali, grandi siti internet turistici). Il brand marketing e il display advertising possono infatti indurre grandi compagnie (non solo aeree) a considerare conclusa la fase pubblicità del proprio brand e di eliminare quindi i rapporti diretti con gli affiliati che hanno un costo percentuale in termini di mediazione.
Anche su internet è iniziata la fine degli intermediari?
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