C’era un tempo in cui si parlava molto di new economy. Erano gli anni a cavallo tra il 1999 e il 2000. Anni in cui nascevano e morivano nel giro di un mese molte start up, aziende di servizi e beni “hard” riguardanti l’informatica e internet. Tutto si risolse in una grande bolla speculativa e da quel momento sia economisti che investitori hanno visto con sospetto il comparto tecnologico legato ad internet con la conseguente difficoltà di trovare capitale (o Venture Capital) in grado di finanziare nuove idee. Il legame internet ed economia pian piano iniziò a morire.
Venne in seguito l’era del Web 2.0. e il passaggio alla socialità di internet: il cambiamento dall’era dell’informazione degli anni ’90 a quella della connessione degli anni 2000. Internet oggi non è più soltanto il detentore di un sapere e di un’informazione infinita, ma è soprattutto in grado di mettere in connessione le persone,di farle conoscere. I social network, YouTube e Myspace, la partecipazione al sapere globale tramite approcci Wiki – Wikipedia hanno permesso di aprire il media e di farlo diventare a portata di utente. E’ quindi oggi l’utente (User generated content) che genera tutto su Internet, tra cui i processi pubblicitari, che influenzano la capacità di acquisto degli altri utenti presenti nella comunità virtuale.
Internet ed economia sono ritornati amici dopo gli anni duri della fine della New Economy.
Apprendiamo oggi da Repubblica.it che ormai le grandi aziende investono moltissimo in passaparola, in quanto è oggi la forma pubblicitaria più efficace, circa quattro volte superiore rispetto ad un normale spot.
E i social Network offrono la possibilità di trasmettere “viralmente” certi messi messaggi pubblicitari facendoli passare attraverso gli utenti. Nascono così i video pazzeschi dei palleggiatori o degli skaters, i capelli di Ronaldo e la Crescina, i tutorial sulle Webcam o sui laptop su YouTube. Tanto per citare alcuni esempi. E’ il parlare, è il brusio dal basso che genera pubblicità e successo di un bene/servizio.
In questo ambito i Blog assumono un compito rilevante per le strategie di marketing: se i blog (che riteniamo affidabili) parlano bene di un certo prodotto, diverremo sempre più interessati fino ad acquistarlo. I blog sono diventati ormai concentratori di consenso. Ed è per questo che molte aziende invitano alla presentazione dei loro prodotti non soltanto giornali e tv ma anche blogger che possono generare un buzz marketing positivo. Con buona pace di chi ancora considera blogger, pivelli da strapazzo.
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