23 dicembre 1987: nasce “cnr.it”, il primo nome a dominio italiano. Dicembre 2007: l’Internet made in Italy compie vent’anni, consolidandosi al sesto posto nel mondo tra i registri nazionali (“.de” per la Germania, “.uk” per l’Inghilterra, “.fr” per la Francia, etc.) per numero di domini attivi.
Il primo collegamento alla rete Internet – il 30 aprile del 1986: da Pisa agli Stati Uniti, passando per il satellite – fu frutto del lavoro dei ricercatori dell’allora neonato Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (Cnuce). Alla stessa struttura, venti mesi dopo, le autorità americane che regolavano (e regolano ancora) la rete, assegnavano la gestione del Registro dei domini .it in virtù delle competenze tecniche e scientifiche maturate dai suoi esponenti, quarti in ordine di tempo in Europa ad adottare l’Internet protocol. Il servizio di registrazione (tecnicamente: Registro del ccTLD .it) oggi è gestito dall’Iit-Cnr di Pisa, erede del Cnuce. All’epoca non esisteva ancora il World Wide Web, l’Internet per eccellenza, identificato dalla sigla www.
Oggi che Internet è quasi sempre indicato dalla www, i nomi a dominio attivi in Italia sono quasi un milione e 500mila e crescono al ritmo di circa 20mila al mese. Un’anagrafe vera e propria dei domini .it nati tra il dicembre 1987 e il 1993 non esiste: le registrazioni si contavano sulle dita di una mano, solo su richiesta di enti di ricerca e università, ed erano gestite informalmente. Il ‘boom’ è avvenuto tra il 1999 e il 2000, grazie all’esplosione della ‘new-economy’ e alla modifica delle norme del Registro del ccTLD .it, che consentirono la registrazione dei domini anche ai soggetti senza partita Iva (cui però poteva essere assegnato solo un nome) e dando facoltà alle società di registrarne un numero illimitato.
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