La recente elezione di Rassmussen in Danimarca fa riflettere. Il neo presidente ha evitato gli strumenti tradizionali per svolgere la campagna elettorale. Non più cartelloni, spot in televisione, su radio o giornali: Rassmussen ha utilizzato soprattutto internet le potenzialità del Web 2.0. Il passaggio dall’Era dell’Informazione a quella della connessione permette infatti di sfruttare le capacità del Web 2.0. nel senso di una nuova socialità (Non a caso viene chiamato anche social media) e questo fa sì che sia possibile scambiare opinioni e idee con elettori e oppositori. Rassmussen ha sfuttato questa possibilità utilizzando spot su YouTube, un blog, i social network come Myspace e FaceBook. Insomma una rivoluzione della comunicazione e dell’interazione politica tra eletto ed elettore che permette tra l’altro di ridurre fortemente i costi delle campagne elettorali dando luogo a risultati strabilianti. A favore di questa scelta c’è anche da sottolineare l’alta diffusione della banda larga in Danimarca, uno dei paesi con la più alta percentuale di navigatori e di time spending su internet.
Questa tendenza collima con il trend proveniente dagli Stati Uniti secondo cui il futuro delle notizie su internet riguarderà sempre meno gli slip di Paris Hilton e sempre più i video e le vicende politiche interne. Gossip e porno non sembrano così attrattivi per il Web 2.0. Non ci sarà da stupirsi quindi se anche in Italia, molto lentamente, vedremo la ripetizione di Matrix o di Porta a Porta su YouTube. Ma per il momento il “Web 2.0 divide” tra la politica italiana e internet è ancora ampio.
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