Si è aperto oggi a Roma, su iniziativa del Governo Italiano, il forum internazionale sui diritti su Internet in cooperazione con il Segretariato Igf delle Nazioni Unite. Il convegno rappresenta la prosecuzione del dibattito internazionale sul tema della carta sui diritti Internet (il c.d. Bill of Rights), proposta dall’Italia durante il primo Internet Governance Forum (Igf), tenutosi ad Atene nel 2006. Il tema sara’ portato anche al prossimo Igf, che si terrà a Rio de Janeiro nel novembre 2007. Si tratterà anche in particolarietà dell’uguale accessibilità alla rete sia da parte del nord che del sud del mondo. Vorrei commentare questa proposta tutta italiana ricordando che al momento non esiste un governo mondiale di Internet, così come non esiste un governo mondiale del mondo (e mai esisterà). Lo sforzo delle agenzie Onu di cercare di riequilibrare questo media così importante è lodevole, ma ho i miei dubbi a proposito dei concetti di condivisione, uguale accessibilità alla rete, multilateralismo, ecc… Bisogna ricordare che internet è uno strumento di fatto in mano agli Stati Uniti da cui discendono le organizzazioni internazionali come Icann ed altre che sono un portato del Dipartimento del Commercio americano. Essendo quindi di fatto gli Stati Uniti i principali proprietari della rete, che è nata appunto negli anni ’60 per esigenze militari negli Usa, e dove si trovano i punti chiave della stessa (vedi Google, Yahoo, Microsoft..) sarà molto difficile pensare che un media e una tecnologia così stategica possa essere condiviso e resa condivisibile ai più, dando la possibilità ai paesi del sud del mondo di prendere collegialmente decisioni a maggioranza all’interno di agenzie Onu sul modello dell’ Assemblea Generale. Essendo fortemente convinto dell’impostazione realista ( o neo-realista potremo dire) delle relazioni internazionali e non di quella internazionalista-multilaterale su cui si basano le organizzazioni come Onu ed affini, ritengo ad oggi nulle le possibilità di ottenere una maggiore accessibilità e democraticità della rete attraverso organizzazioni internazionali. Del resto come avviene in altre sfere della politica internazionale, il potere determina chi e come debba impostare queste relazioni. Ad oggi gli Stati Uniti svolgono di fatto la funzione di balancer ( o governo vicario del mondo) degli equilibri mondiali e quindi anche se le proposte (come avviene spesso) riguardo ad internet venissero approvate dalla maggioranza degli stati e dall’Assemblea Generale, la pressione politica non riuscirebbe certo a smuovere le intenzioni degli americani, qualsiasi amministrazione presente, in quanto sia repubblicani che democratici vogliono la stessa cosa: il benessere del popolo americano. L’approvazione quindi di un’eventuale carta dei diritti internet in ambito Onu avrebbe lo stesso effetto degli altri diritti internazionali: attuazione soltanto nel caso in cui questo possa essere una benedizione per raggiungere interessi importanti. E l’interesse ad approvare leggi su internet sarà solo quello di limitare la libertà del media, in nome di questo o quel diritto, e di controllare maggiormente gli utenti nell’ambito delle loro sfere più personali. In tutti gli altri casi questi diritti rimangono soltanto lettera morta.
“Governare è far credere” – Il Principe – N. Machiavelli
United Nations
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